Uso di farmaci antipsicotici e antidepressivi e iperprolattinemia

L’iperprolattinemia, ovvero l’aumento della prolattina, è un effetto avverso frequente ma trascurato, ed osservato nei pazienti trattati con farmaci antipsicotici e antidepressivi. 

In questa articolo, viene riassunto il suo meccanismo fisiopatogenetico, le sue manifestazioni cliniche negli uomini e nelle donne e il modo per gestirlo. 

I risultati della letteratura

La prolattina è un ormone secreto dalle cellule lattotrofiche nell’ipofisi anteriore.  

La sua sintesi e il suo rilascio sono sotto il controllo di peptidi, steroidi e neurotrasmettitori. 

 La principale regolazione inibitoria è costituita dalla dopamina, che lega i recettori della dopamina D2 sulla membrana delle cellule lattotrofiche. 

 I farmaci antipsicotici bloccano questi recettori e quindi rimuovono l’effetto inibitorio della dopamina sulla secrezione di prolattina.  

Tutti i farmaci antipsicotici bloccano i recettori D2 e ​​tutti possono indurre iperprolattinemia.  

Tuttavia, sembra che più velocemente il farmaco antipsicotico si dissocia dai recettori D2, minore è l’aumento della prolattina nel plasma. 

Un altro modo per spiegare l’iperprolattinemia è la capacità dei farmaci antipsicotici di attraversare la barriera emato-encefalica. 

Dovrebbe essere considerato anche il ruolo dei loro metaboliti.  

Per questi motivi, si possono distinguere antipsicotici che aumentano la prolattina (neurolettici convenzionali, amisulpride, risperidone) e risparmiatori di prolattina (clozapina, aripiprazolo, olanzapina).  

Lo studio inglese sull’iperprolattinemia

Uno studio inglese ha dimostrato che il 18% degli uomini e il 47% delle donne trattati con antipsicotici per malattie mentali gravi avevano un livello di prolattina superiore al range normale. 

 L’iperprolattinemia è infatti più frequente nelle donne che negli uomini.  

A volte è asintomatico, ma più è alto il livello di prolattina, più i pazienti hanno manifestazioni cliniche. 

Alcuni sintomi sono dovuti all’ipogonadismo causato dalla prolattina, che disturba la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisario, e altri sono dovuti ad effetti diretti sui tessuti bersaglio. 

Di conseguenza, i pazienti possono soffrire di disfunzione sessuale, infertilità, amenorrea, ginecomastia o galattorrea

I dati suggeriscono che questi sintomi sono comuni, ma i pazienti non li menzionano spontaneamente ei medici ne sottovalutano la prevalenza. 

A lungo termine, l’ipogonadismo comporta una prematura perdita di massa ossea negli uomini e nelle donne. 

Klibanski e colleghi hanno dimostrato che questa perdita è significativa solo nelle donne con iperprolattinemia associata ad amenorrea. 

Ciò suggerisce che la prolattina non è direttamente responsabile di questa caratteristica clinica.  

Tuttavia, la prolattina sembra essere coinvolta nello sviluppo del cancro al seno, ma il suo ruolo non è chiaro per il cancro alla prostata. 

Controllare la prolattina prima di iniziare è una buona pratica

E’ quindi buona norma un controllo prima di iniziare un trattamento con agenti antipsicotici.  

Innanzitutto, deve essere misurato un livello di prolattina basale.  

Bisognerebbe anche includere la ricerca sul trattamento precedente con farmaci antipsicotici e la valutazione degli effetti avversi suggestivi di iperprolattinemia.  

L’anamnesi dovrebbe infine cercare qualsiasi controindicazione agli antipsicotici.  

Monitorare durante il trattamento

Il monitoraggio durante il trattamento antipsicotico è stato studiato da un gruppo di esperti internazionali in psichiatria, medicina, tossicologia e farmacia che ha effettuato una revisione critica delle linee guida cliniche sull’iperprolattinemia.  

Gli esperti notificano che è importante verificare se i pazienti hanno disfunzioni sessuali, come perdita della libido o irregolarità mestruali e galattorrea. 

Il livello di prolattina deve essere controllato anche dopo tre mesi di trattamento a dose stabile o se compare qualsiasi caratteristica clinica di iperprolattinemia.  

Se un paziente a cui sono stati prescritti farmaci antipsicotici ha un livello di prolattina confermato superiore al range normale, è necessario escludere altre cause di iperprolattinemia. 

Se gli antipsicotici sono realmente coinvolti, la gestione dovrebbe essere adattata al livello di prolattina e al paziente stesso.  

Per riassumere, i medici possono ridurre la dose dell’antipsicotico o passare a un farmaco risparmiatore di prolattina. 

I contraccettivi orali possono essere aggiunti sia per prevenire la gravidanza che per prevenire la perdita ossea e l’osteoporosi. 

Infine, gli esperti raccomandano di riservare gli agonisti della dopamina per il trattamento dell’iperprolattinemia indotta da antipsicotici in circostanze molto eccezionali in quanto può peggiorare la malattia mentale. 

Dott. Andrea Militello

Medico specializzato in Urologia e Andrologia. Ecografista ed esperto in fisiopatologia della riproduzione umana. Docente universitario. Esperto internazionale in medicina antiaging e terapia ormonale sostitutiva.

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