I calcoli renali e le coliche, uno dei disturbi urologici più dolorosi, affliggono la specie umana da millenni, addirittura i ricercatori hanno trovato tracce di calcoli renali in una mummia egizia risalente a 7.000 anni fa.
Sfortunatamente i calcoli renali sono uno dei disturbi più comuni delle vie urinarie, ogni anno si registrano negli Stati Uniti circa 3 milioni di visite mediche e più di mezzo milione di persone si reca al pronto soccorso per complicanze come le coliche renali.
La maggior parte dei calcoli viene espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico, ma quelli che provocano sintomi di lunga durata o altre complicazioni possono essere curati usando varie tecniche, che per la maggior parte non comportano alcun intervento chirurgico.
Recenti scoperte scientifiche ci hanno permesso di capire meglio i diversi fattori che provocano la comparsa dei calcoli e quindi di ideare terapie migliori per prevenirli.
I calcoli e le vie urinarie
Dall’alto verso il basso si trovano i reni, gli ureteri, la vescica e l’uretra.
L’apparato urinario (o escretore) è formato dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra. I reni sono due organi a forma di fagiolo, collocati sotto le costole a metà circa della schiena, uno per lato rispetto alla colonna vertebrale.
I reni rimuovono l’acqua e i rifiuti in eccesso dal sangue producendo l’urina, mantengono anche stabile l’equilibrio dei sali e di altre sostanze presenti nel sangue. I reni producono inoltre gli ormoni che aiutano a costruire ossa forti e a sitetizzare i globuli rossi.
Gli ureteri, due stretti tubicini, consentono il passaggio dell’urina dai reni alla vescica, una cavità di forma ovale che si trova nel basso ventre. Esattamente come in un palloncino le pareti elastiche della vescica si distendono e si espandono per accogliere l’urina; quando le pareti della vescica si contraggono l’urina fuoriesce dal corpo tramite l’uretra.
Il calcolo renale è un ammasso duro fatto di cristalli che si separano dall’urina all’interno delle vie urinarie. In condizioni normali l’urina contiene particolari sostanze chimiche che prevengono o inibiscono la formazione dei cristalli, sembra tuttavia che questi inibitori non funzionino bene in tutte le persone con consegunte sviluppo di calcoli.
Se i cristalli rimangono abbastanza piccoli percorreranno le vie urinarie e verranno espulsi dall’organismo insieme all’urina, senza causare problemi.
I calcoli renali possono contenere diverse combinazioni di sostanze chimiche, il tipo più comune contiene calcio, combinato con l’ossalato oppure con il fosfato. Queste sostanze chimiche fanno parte della dieta normale e vanno a costruire parti importanti dell’organismo, come le ossa e i muscoli.
Un tipo meno comune è quello causato da un’infezione delle vie urinarie, in questo caso si parla di calcoli di struvite od infettivi. Un altro tipo, quelli da acido urico, è ancora meno frequente, mentre i calcoli di cistina sono rari.
Urolitiasi
E’ il termine che i medici usano per descrivere i calcoli che si formano nelle vie urinarie, altri termini usati di frequente sono calcolosi delle vie urinarie e nefrolitiasi. In campo medico si sentono inoltre termini particolari per descrivere la collocazione del cristallo nelle vie urinarie, ad esempio la parola ureterolitiasi è usata per descrivere un calcolo che si trova nell’uretere. In questo articolo, per semplicità, useremo sempre l’espressione calcolo renale o cristallo.
I calcoli biliari e i calcoli renali non sono in alcun modo collegati. Si formano in zone diverse dell’organismo, chi è affetto da un calcolo biliare non ha necessariamente maggiori probabilità di sviluppare calcoli renali.
Cause dei calcoli renali
Per ragioni tuttora sconosciute il numero di persone affette da calcoli renali negli Stati Uniti è andato crescendo negli ultimi trent’anni, alla fine degli anni Settanta meno del quattro per cento della popolazione presentava disturbi che portavano alla formazione di calcoli, mentre all’inizio degli anni Novanta la percentuale di popolazione affetta da questo disturbo era già aumentata a più del cinque per cento.
Le persone di razza caucasica sono più soggette rispetto a quelle di razza africana, ed in generale ne sono maggiormente soggetti gli uomini in cui l’insorgenza di coliche e calcoli aumenta considerevolmente dopo i quarant’anni e continua ad aumentare fino ai settant’anni.
Per le donne la maggiore insorgenza si registra intorno ai cinquant’anni.
Se in passato si hanno avuti diversi episodi di calcolosi c’è maggiore probabilità di svilupparne altri.
I medici non sanno sempre con esattezza che cosa provochi la formazione del cristallo, alcuni alimenti possono favorire la formazione in persone già predisposte, però i ricercatori non ritengono che l’assunzione di un alimento specifico sia sufficiente per far comparire i calcoli nelle persone non predisposte.
Se ci sono precedenti famigliari di calcoli renali il paziente avrà maggiori probabilità di soffrirne.
Inoltre le seguenti patologie sono collegate con la formazione dei calcoli:
- – le infezioni delle vie urinarie,
- – le malattie renali come la malattia cistica renale
- – alcuni disordini metabolici come l’iperparatiroidismo
Inoltre più del 70 per cento delle persone affette da una malattia rara di nome acidosi tubulare renale sviluppano i calcoli renali.
La cistinuria e l’iperossaluria
La cistinuria e l’iperossaluria sono altri due rari disordini metabolici che spesso provocano la formazione di calcoli renali.
Nella cistinuria, viene eliminata troppa cistina (un aminoacido che non si dissolve nell’urina) e questo provoca la formazione di calcoli costituiti appunto da cistina.
Nei pazienti affetti da iperossaluria l’organismo produce troppo ossalato (un sale). Se le urine contengono una maggiore quantità di ossalato insolubile i cristalli si depositano e formano i calcoli.
L’ipercalciuria è una malattia ereditaria e rappresenta la causa principale del problema in più della metà dei pazienti. Il calcio viene assorbito dagli alimenti in quantità maggiore del dovuto e quindi passa nell’urina. L’elevato livello di calcio nell’urina provoca la formazione di cristalli di ossalato di calcio o fosfato di calcio nei reni, oppure in altre zone dell’apparato escretore.
Tra le altre cause della formazione di calcoli troviamo l’iperuricosuria, un disturbo del metabolismo dell’acido urico, la gotta, l’assunzione eccessiva di vitamina D, le ostruzioni e le infezioni delle vie urinarie. Alcuni diuretici e antiacidi a base di calcio possono far aumentare il rischio di formazione di calcoli renali perché accrescono la quantità di calcio presente nell’urina.
I calcoli di ossalato di calcio possono comparire anche nelle persone affette da infiammazioni croniche dell’intestino o che si sono sottoposte a un’operazione di bypass intestinale od intervento di stomia. Come già abbiamo ricordato i calcoli di struvite si possono formare nei pazienti che hanno sofferto in passato di infezioni delle vie urinarie. Anche le persone che assumono l’inibitore delle proteasi indinavir, un farmaco usato per curare l’infezione da HIV, possono essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i calcoli renali.
Sintomi dei calcoli renali
Spesso i calcoli renali sono asintomatici, di norma il primo segnale di un calcolo renale è un dolore molto intenso che inizia all’improvviso quando il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il flusso dell’urina. Il paziente sperimenta un dolore molto acuto e crampiforme alla schiena e sui fianchi nella zona del rene, oppure nel basso ventre: si tratta della cosiddetta colica renale. In seguito, il dolore può estendersi verso la zona inguinale.
Se il calcolo è di grandi dimensioni e non può transitare con facilità il dolore si fa più intenso: i muscoli che formano le strette pareti dell’uretere si contraggono per spingerlo verso la vescica. Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo può comparire del sangue nell’urina, che quindi può diventare di colore rosato; quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica, il paziente può avvertire la necessità di urinare con maggior frequenza oppure avere una sensazione di bruciore durante la minzione.
A volte si possono verificare nausea e vomito.
Se uno o più di questi sintomi è accompagnato da febbre e brividi, potrebbe esserci un’infezione. In questo caso, il paziente dovrebbe chiamare immediatamente un medico.
Diagnosi della calcolosi renale
Spesso i calcoli silenti, cioè quelli che non provocano sintomi evidenti come la colica renale, possono essere individuati da una radiografia, durante un esame di routine. Se i calcoli sono piccoli nella maggior parte dei casi verranno espulsi senza creare problemi, spesso invece i calcoli renali vengono individuati da una radiografia o da un’ecografia, richiesta dal paziente che lamenta presenza di sangue nelle urine od un dolore improvviso. Queste immagini diagnostiche forniscono al medico informazioni importanti sulla dimensione e sulla posizione del calcolo, mentre gli esami del sangue e delle urine possono permettere di individuare qualsiasi sostanza anomala che potrebbe favorire la formazione del calcolo.
Il medico può decidere di esaminare le vie urinarie usando uno speciale esame chiamato tomografia computerizzata oppure un pielogramma intravenoso (IVP). I risultati di questi esami aiuteranno a decidere qual è la terapia più adatta.
Cura e terapia
Per fortuna di solito non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, perchè la maggior parte dei calcoli renali vengono espulsi naturalmente se si beve molta acqua (due o tre litri al giorno), che facilità il movimento del calcolo. Spesso il paziente può restare a casa durante questa terapia, bevendo molti liquidi ed assumendo farmaci analgesici se necessario. Il medico di solito chiede al paziente di conservare il calcolo, una volta espulso, per ulteriori analisi di laboratorio (per raccoglierlo si può usare una tazza o un colino).
Dieta e stile di vita Il cambiamento più importante e più semplice dello stile di vita utile per prevenire la formazione di calcoli e conseguente comparsa di coliche è quello di assumere più liquidi: l’acqua è l’alternativa migliore. Chi è più soggetto alla formazione di calcoli dovrebbe cercare di bere durante la giornata abbastanza liquidi da produrre almeno due litri di urina nelle 24 ore.
In passato alle persone affette da calcoli di calcio veniva consigliato di evitare i prodotti caseari ed altri alimenti con alto contenuto di calcio, in realtà ricerche recenti hanno dimostrato che gli alimenti ricchi di calcio, compresi i prodotti caseari, possono contribuire alla prevenzione dei calcoli di calcio. Se si assumono integratori di calcio invece il rischio di sviluppare i calcoli può aumentare. Ai pazienti può essere consigliato di evitare alimenti arricchiti con vitamina D e alcuni tipi di antiacidi a base di calcio.
Chi soffre di alti livelli di acido urico dovrebbe mangiare meno carne, pesce e pollame; questi alimenti sono responsabili di un aumento della quantità di acido urico nell’urina.
Per prevenire i calcoli di cistina il paziente dovrebbe bere ogni giorno abbastanza acqua da diluire la concentrazione urinaria della cistina, ma questo processo non è né semplice né lineare. Potrebbe essere necessario bere circa quattro litri d’acqua nelle 24 ore, e circa un terzo di questa quantità dovrebbe essere bevuto durante la notte.
Terapie mediche Il medico può prescrivere alcuni farmaci che contribuiscono a prevenire la formazione di calcoli di calcio e di acido urico: questi farmaci controllano la quantità di acidi o di alcali presenti nell’urina, fattori fondamentali nella formazione dei cristalli. L’allopurinolo (Zyloric®) è un farmaco che può rivelarsi utile in alcuni casi di iperuricosuria.
I medici di solito tendono a tenere sotto controllo l’ipercalciuria, e quindi a prevenire i calcoli di calcio, prescrivendo particolari diuretici, come ad esempio l’idroclorotiazide (Esidrex®). Questi farmaci fanno diminuire la quantità di calcio rilasciata dai reni nell’urina, favorendo così la ritenzione del calcio all’interno delle ossa; la loro efficacia è massima se l’apporto di sodio dalla dieta è basso. Più raramente ai pazienti affetti da ipercalciuria viene somministrato uno speciale farmaco che lega il calcio nell’intestino e previene il suo passaggio nell’urina.
Se non si riesce a tenere sotto controllo i calcoli di cistina con la maggiore assunzione di liquidi, il medico potrebbe prescrivere farmaci come il Thiola® che aiutano a diminuire la quantità di cistina nell’urina.
Per i calcoli di struvite che sono stati completamente rimossi, la prima forma di prevenzione è quella di eliminare dall’urina i batteri che possono causare l’infezione. L’urina del paziente sarà esaminata regolarmente per accertarsi che non siano presenti i batteri. Se non si riescono a rimuovere completamente il medico può prescrivere un farmaco chiamato acido acetoidrossaminico che, usato in combinazione con una terapia antibiotica sul lungo periodo, può prevenire l’infezione che porta alla crescita dei cristalli.
Le persone affette da iperparatiroidismo a volte sviluppano calcoli di calcio: la terapia in questo caso prevede l’intervento chirurgico di rimozione delle paratiroidi, ghiandole collocate nel collo. La rimozione delle ghiandole risolve i problemi di iperparatiroidismo e di formazione di calcoli renali.
Terapia chirurgica L’intervento chirurgico può rivelarsi necessario per rimuovere il calcolo renale se il cristallo:
- – non viene espulso dopo un periodo ragionevole e provoca dolore e coliche costanti,
- – è troppo grande per essere espulso naturalmente, oppure è collocato in posizione difficile,
- – ostruisce il flusso dell’urina,
- – provoca un’infezione di lunga durata delle vie urinarie,
- – danneggia i tessuti renali o provoca un sanguinamento costante,
- – si è ingrandito, come si desume dalle radiografie di controllo.
Fino a 20 anni fa era necessario un intervento chirurgico a cielo aperto per rimuovere il calcolo, per quest’operazione era necessario un ricovero da 4 a 6 settimane. Al giorno d’oggi le terapie sono state perfezionate, molte possibilità di cura non richiedono necessariamente complicati interventi chirurgici a cielo aperto e possono essere eseguite in ambulatorio.
Litotrissia extracorporea a onda d’urto La litotrissia extracorporea a onda d’urto è la procedura usata con maggiore frequenza per il trattamento dei calcoli renali.
In questo caso le onde d’urto che si creano fuori dall’organismo vengono trasmesse dalla pelle e dai tessuti, fino a colpire i calcoli. I calcoli si rompono in tanti piccoli frammenti e così risulta più facile il loro passaggio nelle vie urinarie, trasportati dall’urina.
Esistono diverse apparecchiature per la litotrissia extracorporea. La maggior parte di esse usa le radiografie oppure l’ecografia per permettere al chirurgo di individuare la posizione del calcolo durante l’intervento. Per la maggior parte degli interventi di litotrissia è necessaria l’anestesia.
Nella maggior parte dei casi può essere eseguita in ambulatorio, la guarigione avviene in un periodo relativamente breve e la maggior parte dei pazienti trattati può riprendere le normali attività già dopo alcuni giorni.
Durante gli interventi di litotrissia, possono originarsi alcune complicazioni:
- alcuni pazienti possono avere sangue nelle urine per alcuni giorni dopo l’intervento.
- Si possono verificare bruciore e disagio alla schiena o all’addome provocati dalle onde d’urto.
- Talvolta i frammenti del cristallo causano lievi ostruzioni durante il transito nelle vie urinarie e provocano disagio. In alcuni casi, il medico inserirà un tubicino (lo stent) per collegare la vescica all’uretere e rendere più agevole il transito dei frammenti.
- A volte il calcolo non si frantuma totalmente con un solo intervento e quindi può rivelarsi necessario un secondo intervento.
Per ridurre il rischio di complicazioni di solito viene consigliato ai pazienti di non assumere aspirina o altri farmaci che influiscono sulla coagulazione sanguigna per alcune settimane prima dell’intervento.
Come per qualsiasi altro intervento chirurgico bisognerebbe parlare dei rischi e delle complicazioni potenziali con il medico prima di scegliere una terapia di questo genere.
Nefrolitotomia percutanea A volte per rimuovere un calcolo si consiglia un intervento chiamato nefrolitotomia percutanea.
Nella maggior parte dei casi si ricorre a un intervento di questo tipo quando il calcolo è abbastanza grande oppure si trova in un luogo per cui non sarebbe efficace la litotrissia.
In quest’intervento il chirurgo pratica una minuscola incisione nella schiena e crea un’apertura che va a finire direttamente nel rene. Usando uno strumento apposito (nefroscopio) il chirurgo individua il calcolo e lo rimuove. Per i calcoli più grandi può essere necessario un qualche tipo di energia (ultrasuoni o energia elettroidraulica) per spezzare il calcolo in frammenti di minori dimensioni; spesso i pazienti vengono ricoverati in ospedale per diversi giorni e può essere lasciato inserito un nefrostoma nel loro rene durante il processo di guarigione.
La nefrolitotomia percutanea ha un vantaggio importante: il chirurgo può rimuovere direttamente alcuni dei frammenti del calcolo invece di fare soltanto affidamento sulla loro espulsione naturale dal rene.
Ureteroscopia Alcuni calcoli che si sviluppano negli ureteri possono essere rimossi con la litotrissia, però può rivelarsi necessaria l’ureteroscopia per quelli che si trovano nella parte media o bassa dell’uretere.
In quest’intervento non viene praticata alcuna incisione, il chirurgo invece fa passare un minuscolo strumento in fibra ottica (l’ureteroscopio) nell’uretra e nella vescica, fino a raggiungere l’uretere. Si individua il calcolo che viene rimosso con un dispositivo simile a una gabbia, oppure è frantumato con uno strumento che produce una specie di onda d’urto.
Per alcuni giorni dopo l’intervento, può essere lasciato un tubicino (stent) nell’uretere, per facilitare il flusso dell’urina. Prima che l’avvento della fibra ottica rendesse possibile l’ureteroscopia, i chirurghi usavano un metodo di estrazione simile, che però avveniva quasi alla cieca, tuttavia questa tecnica viene usata raramente perché comporta un alto rischio di danneggiamento degli ureteri.
Calcoli renali e coliche : prevenzione
Se in passato si è già sofferto più volte di calcoli e/op coliche renali c’è maggiore probabilità di soffrirne anche in futuro, è quindi importante seguire una strategia di prevenzione. Per capirne la causa il medico prescriverà degli esami di laboratorio, tra cui gli esami delle urine e del sangue; indagherà quindi sulla storia medica del paziente, sulla sua occupazione e sulle abitudini alimentari. Se il calcolo è stato rimosso, oppure se il paziente ne ha già espulso e conservato uno, un’analisi del calcolo potrà aiutare il medico a programmare una terapia corretta.
Il medico potrà chiedere al paziente di raccogliere l’urina delle 24 ore dopo l’espulsione o la rimozione del calcolo. Per la raccolta delle urine delle 24 ore viene fornito al paziente un contenitore grande, che deve essere conservato in frigorifero dopo essere andati in bagno. Il campione raccolto viene usato per misurare il volume dell’urina e i livelli di
- – calcio,
- – sodio,
- – acido urico,
- – ossalato,
- – citrato,
- – creatinina (una sostanza prodotta dal metabolismo muscolare).
Il medico userà queste informazioni per capire qual è la causa della formazione del calcolo, potrebbe essere necessaria una seconda raccolta delle 24 ore per capire se la terapia prescritta è efficace.
Alimenti e bevande che contengono ossalato Il medico potrebbe consigliare alle persone predisposte alla formazione di cristallii di ossalato di calcio di limitare o evitare del tutto alcuni cibi, se la loro urina contiene un eccesso di ossalato.
Alimenti che contengono ossalato (dalla quantità maggiore alla minore)
- Rabarbaro
- Spinaci
- Barbabietola
- Bietole
- Germe di grano
- Cracker di soia
- Arachidi
- Cioccolato
- Tè nero
- Patate dolci
Gli alimenti seguenti, che contengono una modica quantità di ossalato (dalla quantità maggiore alla minore), possono essere assunti in quantità limitata:
- Farina di mais
- Uva
- Sedano
- Pepe verde
- Lamponi rossi
- Torte di frutta
- Fragole
- Marmellata di agrumi
- Fegato
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